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Renzi con Ambrosoli: "Qui si vince"

Renzi con Ambrosoli: "Qui si vince"

Avvolto nelle nebbie padane, che in città avranno anche ceduto allo smog ma nelle valli eccome se insistono, Matteo Renzi conserva tutta la parlata fiorentina mentre cala nelle piazze del profondo nord a dire: «Vorrei essere lombardo. Perché il vostro voto vale doppio. Perché la sfida più importante è qui». E non si riferisce «solo» al Senato, «che sì, certo, è importante», ma soprattutto alla «sfida culturale» della battaglia per la Regione. «In un mondo che cambia la Lombardia è il cuore della sfida tra due modelli diversi: da una parte ci sono l`innovazione e gli investimenti sulle idee, dall`altra la chiusura e il ritorno a politiche che hanno fallito a livello nazionale». Del resto, se l`idea di futuro della Lega è il conio della moneta locale, «ora c`è solo da aspettarsi che annuncino l`eliminazione del Telepass e il ritorno al ponte levatoio». 

Varese, roccaforte leghista, ieri sera: comizio e ovazione per il sindaco di Firenze arrivato in terra lombarda a sostenere il candidato alla Regione Umberto Ambrosoli (Renzi parte prima, perché tornerà anche la settimana prossima). A ritroso nella giornata, i due hanno parlato in tandem in un auditorium ad Albino, fuori Bergamo, e prima ancora nella piazza di Paderno Franciacorta e in una sala ad Orzinuovi, piena «bassa» di Brescia, origine peraltro di Aldo Busi e di un uomo che ha fatto un bel pezzo di storia della politica lombarda e nazionale del secolo scorso, Mino Martinazzoli. 

Sono venuti in tanti ad ascoltarli, bersaniani e renziani di una sfida che fu, adesso uniti per la partita che c`è. Terre complesse, patria del tondino di ferro, dove la disoccupazione non è mai stata un argomento, prima di ora. Adesso la crisi si sente anche qui, il lavoro e le tasse prima di tutto. Renzi sceglie di smascherare Berlusconi sul suo stesso terreno: «Vuole restituire l`Imu? Potrebbe pure essere fattibile, ma il margine per un`operazione del genere ci sarebbe stato con i soldi che Berlusconi e la Lega ci hanno costretto a pagare per le quote latte». Aggiunta: «Che lo dica lui poi non è credibile, il suo governo non ha fatto altro che aumentare la spesa pubblica, finanziare lo Stato centrale e tagliare risorse ai territori». 

CORSIE DI SORPASSO 

«L`ultimo Umberto che è stato qui prometteva la padania», dice Pietro Bisignani, che è il segretario del Pd di Brescia e provincia, presentando Ambrosoli sul palco di Paderno. Le sue proposte, fatti- bili, concrete: il lavoro da creare, le imprese da aiutare, i costi della politica (dei politici) da dimezzare, le donne in giunta al 50%. Siamo ad una quindicina di chilometri da Adro, il comune leghista con la scuola «proibita» ai figli degli immigrati, da queste parti leghismo e berlusconismo si sono sì ritirati, ma mica abbastanza. A Brescia si vota a maggio, e la speranza è di chiudere in una parentesi gli ultimi cinque anni di centrodestra per una città tradizionalmente di centrosinistra. «Il clima è cambiato - dice Bisignani - in queste zone i delusi da Lega e Pdl sono sempre di più, stavolta ce la possiamo fare». 

Il giorno dopo l`arrivo della nuova tegola giudiziaria per Formigoni, l`associazione a delinquere che si somma alla corruzione, Ambrosoli aggiunge tasselli al suo identikit di uomo nuovo, quello che non ha mai fatto politica, che il rigore morale ce l`ha nel sangue, quello che è lui stesso la promessa del cambiamento, l`unico possibile. «È chiaro che un pezzo della classe dirigente lombarda ha danneggiato l`interesse generale dice - Le ragioni della mia candidatura stanno qui: l`indignazione per il discredito in cui sono state gettate le istituzioni, la rabbia per i comportamenti opachi che hanno lasciato intendere alla criminalità che la Lombardia poteva essere inquinata. Non serve a nulla avere le mani pulite se le tieni in tasca». 

Ma in fondo, lo dice Renzi e Ambrosoli concorda, «non c`è bisogno delle indagini giudiziarie per dire che la Lombardia deve cambiare pagina. Cambieremo la Lombardia perché abbiamo idee e non perché gli altri hanno guai». 

E se c`è bisogno anche del voto disgiunto, dei montiani, dei 5 Stelle, ben venga. Senza sorprese: «Non mi stupisce, la candidatura di Ambrosoli è la più civica. Ma il punto è motivare gli elettori e far capire che abbiamo l`occasione per restituire dignità alla politica». E qui entra in campo anche Grillo: «È come un orologio rotto: due volte al giorno segna l`orario giusto - dice Renzi Non è accettabile quando dice che la mafia non esiste o che l`Aids non è un problema, ma ha ragione da vendere quando dice che la politica ha bisogno di credibilità. Solo che per lui è un atto di protesta, noi dobbiamo farlo». 

Grillo che è in Lombardia pure lui, resta un`incognita. Per i sondaggisti è un incubo, visto che il suo elettorato è talmente fluido da non riuscire a fermarlo in un`istantanea valida per più di una settimana. Per Maroni e Berlusconi che, invece, non fanno che parlare di rimonta, Renzi ha una spiegazione: «Questo continuare a dire "siamo in corsia di sorpasso" mi sembra, in realtà, solo la corsia di emergenza. La corsia di sorpasso è a sinistra».

References

  1. ^ L'Unità (www.unita.it)

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